Nunzia Madonna | FAQ
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Domande frequenti

Queste sono solo alcune delle domande che ricevo più frequentemente

LA TERAPIA ONLINE E' EFFICACE?

La terapia online si è dimostrata efficace per trattare numerose condizioni di sofferenza psicologica tra cui depressione, disturbi d’ansia o del comportamento alimentare, disturbo ossessivo compulsivo.

 

La terapia online risulta conveniente economicamente e a livello temporale, dato il risparmio di viaggi in studio, e presenta una maggiore accessibilità, sia per paziente che per terapeuta, che si trovino in particolari situazioni: persone con limiti nella mobilità, se si hanno tempi ristretti, se ci si trova all’estero e si vuole svolgere una terapia con la propria lingua madre.

 

La modalità online:

 

  • Riduce la vergona
  • Facilita la disinibizione, incoraggiando l’espressione di sé
  • Può dare un maggior senso di contenimento emotivo
  • Pur non essendoci condivisione di uno spazio fisico, studi dimostrano che è possibile una potente connessione emotiva, questo viene definito telepresenza(Fink, 1999): la sensazione di essere comunque in presenza di un’altra persona, del suo sostegno, pur non condividendo uno spazio fisico.

 

In alcune situazioni, la terapia online potrebbe non essere indicata ma in questi casi, insieme al professionista, si ragiona sulle strade alternative da seguire (es. servizi territoriali, psicoterapeuta della zona…).

 

Per prenotare una consulenza online, vai nella sezione contattami e clicca su PRENOTA UN APPUNTAMENTO.

Che differenza c'è tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra?

Lo Psicologo è un professionista laureato in Psicologia, abilitato all’esercizio della professione tramite Esame di Stato, iscritto presso l’albo professionale degli Psicologi. Focus del suo interesse è il funzionamento della mente, intesa in senso più ampio come psiche. Tra le sue attività  specifiche vi sono la prevenzione, la diagnosi e l’attività  di abilitazione, riabilitazione e di sostegno rivolte alla persona o al gruppo. Lo psicologo può intervenire con i medesimi obiettivi anche nei confronti della comunità  o delle organizzazioni (psicologia del lavoro). I principali strumenti di intervento dello Psicologo sono il colloquio psicologico, la somministrazione di test psicologici con funzione diagnostica.

Lo Psichiatra, invece, in quanto medico, ha un approccio più organicistico al funzionamento della mente e al trattamento della malattia mentale. Valuta la sintomatologia e il decorso clinico e propone una cura che può indirizzarsi verso un intervento farmacologico e/o psicoterapeutico.

L’art.3 della legge 56/89 prevede che possano essere abilitati all’esercizio della psicoterapia i laureati in psicologia o medicina e chirurgia che abbiano acquisito una specifica formazione, almeno quadriennale, presso scuole di specializzazione universitaria o riconosciute dal MIUR secondo la normativa vigente. Ovviamente “agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica” (art 3.2 legge 56/89). Esistono diversi orientamenti psicoterapeutici che, pur muovendo da differenti approcci teorici ognuno con uno specifico modello di funzionamento della psiche, condividono i medesimi obiettivi, ossia il perseguimento del benessere e dell’equilibrio psichico.

 

Io sono una psicologa e psicoterapeuta specializzata nell’approccio sistemico relazionale ossia il comportamento dell’individuo viene spiegato focalizzando l’attenzione sull’ambiente in cui esso è vissuto, sul sistema, sulla rete di relazioni significative di cui egli è parte e in tal senso considera la famiglia come sistema transazionale soggetto a cambiamenti.
L’approccio sistemico ha totalmente modificato il modo di considerare le categorie cliniche quali il sintomo, la diagnosi e il trattamento operando una ridefinizione in termini relazionali.

Primo colloquio come funziona?

Il primo colloquio è generalmente un’occasione per il terapeuta di conoscere il paziente e comprendere le sue difficoltà e i suoi obiettivi. Inoltre, è un’opportunità per il paziente di valutare se il terapeuta e il metodo di terapia proposto sono adatti alle sue esigenze.
Durante il primo colloquio, il terapeuta solitamente chiede al paziente di parlare di sé, della sua vita, dei suoi problemi e delle sue difficoltà. In questo modo, il terapeuta cerca di comprendere la storia del paziente, il suo contesto di vita e le circostanze che hanno portato alla richiesta di aiuto.
Il paziente dovrebbe sentirsi libero di esporre le sue preoccupazioni e di fare domande sul processo terapeutico, sulle modalità di trattamento, sulla durata della terapia, sui costi e su qualsiasi altro aspetto della terapia.
Alla fine della prima sessione, il terapeuta può fornire un feedback preliminare sulle esigenze del paziente e su come potrebbe essere strutturata la terapia.
In generale, il primo colloquio di psicoterapia è un’occasione per il terapeuta e il paziente di valutare se possono lavorare insieme in modo efficace per raggiungere gli obiettivi del paziente.

Quando può essere utile rivolgersi allo psicologo?

Quando si prova un disagio, un disturbo, una sofferenza che si vuole superare (es. ansia, depressione, fobie, ecc.). Ma anche quando si vuole migliorare il proprio benessere, pur non sperimentando nessuna chiara patologia (es. per incrementare l’empowerment e la resilienza, per gestire al meglio la pressione lavorativa o situazioni contingenti, ecc.).
In generale ci si può rivolgere allo psicologo o psicoterapeuta per occuparsi della propria salute in toto, non solo sul versante fisico e biologico, ma come salute bio-psico-sociale.

Lo psicologo è tenuto al segreto professionale?

Lo psicologo è sempre strettamente vincolato al segreto professionale. In concreto, lo psicologo non può rivelare “notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate”, così come previsto dall’art. 11 del Codice Deontologico. La violazione del segreto professionale è una violazione deontologica che può anche comportare conseguenze di natura penale (art. 622 c.p. – rivelazione di segreto professionale).

La deroga al segreto professionale può avvenire solo previo consenso espresso da parte del destinatario della prestazione professionale. Il consenso deve essere “valido e dimostrabile”, così come previsto dall’art. 12 del Codice Deontologico, per cui deve essere reso in forma scritta dal destinatario e conservato dallo psicologo.

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